Elettori arrabbiati, nuova forza per la democrazia

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Elettori a Boston

Li chiamano elettori arrabbiati quasi con riprovazione.

Quando  si parla di loro molti si sorprendono che il rancore li conduca  dritti al seggio anziché tenerli imprigionati nell’oblio dell’assenteismo.

Mai come in queste elezioni Americane la frustrazione invece si converte in  voto  cambiando così le  regole della democrazia americana. Un rituale  spesso scontato, dove i candidati dei due schieramenti in genere si sono suddivisi una torta fatta di pochi elettori motivati.

L’esercito di uomini e donne rimasti troppo a lungo spettatori in una America urbana o rurale che sia, oggi  si tuffa nella politica.

Votando per Bernie Sanders come per Donald Trump si catapultano  al  centro di una  dinamica nuova per gli Stati Uniti. Una dinamica  nella quale il voto non consolida solo gradimento ma manifesta anche disappunto.

Elettori arrabbiati? Magari.  Abbandonati dalle istituzioni? Forse. Delusi dai politici? Probabilmente.

In democrazia ci deve essere posto per tutti.

Amtrak

IMG_2186L’America scorre lenta dietro i finestrini del treno e una dopo l’altra le stazioni segnano il percorso che ci porta a destinazione.

Il corridoio ferroviario fra Washington e New York è scandito da una realtà  desolata che da anni ha perso ormai ogni fascino.

Sono case diroccate periferie abbandonate le scarne testimonianze rimaste di un fulgore passato.

Il treno fende i caseggiati rallenta sui vecchi cavalcavia arrugginiti e ti regala sempre lo squarcio di una realtà nascosta.

A Wilmington due bambini si rincorrono in bicicletta su una strada sgangherata. Li vedo appena ma quasi quasi li sento ridere. La loro immagine scompare prima di poterla catturare.

Proprio come un altro viaggioIntenso quando lo vivi, emozionante quando lo racconti, ma che corre in fretta e appena ti volti è già un ricordo.

In fila

IMG_2298Sono arrivati a migliaia da ogni parte della Virginia  per ascoltare il loro Paladino.

Ragazzi in festa  alla  vigilia del super Tuesday elettorale. Sono lì per catturare l’ultimo discorso di Donald Trump prima del voto.

Nel cuore della Virginia evangelica alla Radford Univerisity, Trump dispensa speranze e  ad una generazione che non ha mai votato prima.

Disciplinati ed emozionati sul volto l’entusiasmo di chi è consapevole di una grande sfida – Trump li esalta e promette loro il riscatto di una America migliore “Alzate la  mano se non avete un lavoro” gli  urla. Sono decine ad obbedire. “Quanto talento buttato” esclama.

La palestra di Radford ha spazio limitato: di giovani in fila ad attendere ne  rimangono fuori a migliaia proprio come nell’America di oggi.