Monday ride, il lunedì nella Grande Mela

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In metrò – foto di M.L. Rossi Hawkins

La sua voce si diffonde lungo le gallerie tanto profonda da  penetrare le mattonelle scolorite che  rivestono la vecchia fermata della metropolitana di New York.

Appare ogni tanto solo di  lunedì e con un cenno ti dà il benvenuto sulla piattaforma. Pare conoscerci tutti passeggeri abituali viaggiatori occasionali riuniti per qualche minuto sulla banchina in attesa di un treno che scandisca le nostre più’ disparate destinazioni.

Non so come si chiami né da dove venga, dove abiti o come si mantenga. Certo che ho pensato a chiederglielo, sto sempre per farlo ma soprassiedo ogni volta.

Perché la sua voce appartiene a quel momento di gratitudine condivisa per il suo talento divulgato con naturale generosità alla mia fermata della Subway. Appartiene  a noi che gli sorridiamo quando la sua voce viene sopraffatta dal fragore della metro che irrompe sui binari.

Quando le porte si chiudono e lo lasciamo lì contro il muro alla nostra sinistra mentre guarda in basso, accorda la chitarra e poi ricomincia a cantare e noi non lo sentiamo già più.

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